08/03/13

Generazione

08/03/13
Non c'è più tempo è forse troppo tardi per urlare Dopo tanti sussurri e forse ci abbiamo provato Ma andavi in piazza per farti dire bravo per farti bastonate per farti ascoltare da nessuno. È morto Pertini, è morto Berlinguer e Bertinotti è invecchiato troppo in fretta Finiti in cantina i diablo e gli arcobaleni e resti lì Ricordandoti di quando conquistavi le ragazzine coi gettoni alle cabine la cornetta unta di vecchio che singhiozzava le parole ed i numeri che ancora ricordi e reciti a memoria. Gli appuntamenti al solito posto che sempre trovavi qualcuno senza bisogno di un messaggio. Dopo tanti cartoni animati come possiamo non credere alle fiabe? Però, a dire il vero, ricordo solamente le sigle di chiusura. E siamo ancora eternamente stereotipati, prodotti di epoca chernobyliana e televisiva, e abbiamo fatto la fine dei compact disc: lanterne od orologi o decorazioni kitsch nei negozi delle stazioni provinciali di cui non ricordi mai il nome tanto sono tutte uguali. E quando provi a regolarti quando provi a farti spazio negli apparati e a non appartarti sei già troppo vecchio o ancora troppo giovane. Ma non vedete la mia stempiatura? Non capite che non posso più essere la mia controfigura fluorescente trasparente? E allora ammutinati nello spirito sugli autobus del mondo Sudici appartati seduti nelle file in fondo eternamente in gita scolastica Con il nostro bonario otto in condotta, la pena ridotta, non possiamo neppure sentirci davvero cattivi e colpevoli senza sembrare goffi imitatori di John Lennon o Kerouac e quindi leggiamo anche Tolkien e Bukowski e partiamo esuli. Ci hanno creato un immaginario perpetuo completo perfetto e lo mungono e lo sappiamo E ce ne stiamo e ammutiniamo dentro a mari solo nostri, autoreferenziali, che ondeggiano fra coste di due mondi differenti, senza spiaggiare, senza arrivare. Ma noi ci abbiamo provato, siamo andati in giro davvero sciamando nel mondo senza pretese da eroi e non importa se "una volta era meglio", noi ci siamo voluti bene per davvero che tanto nessuno ha fatto carriera e ci siamo odiati senza rancore e non ci siamo venduti a qualche ideale di cartapesta e se non ci importa abbiamo ragione e abbiamo capito, prima di voi, meglio di voi, che il mondo è davvero tutto qua e nessuno l'ha mai tenuto in mano per davvero e, a modo nostro e solo nostro, siamo sopravvissuti dominando ed affogando quel senso di vuota nullità, accettato senza ipocrisia.