15/12/12

Anticipo

15/12/12
Con le certezze dello spazzolino da denti tra le coperte fosforescenti hai mai provato a dormire tra cartoni e copertine e lattine ripiene di piscio e carbone per scaldarti le dita? La vita finita ti aspetta soltanto per la conclusione epitaffio insolente che non serve a niente che non ha ragione di esistere insistere è quello che puoi evitare adesso che sei in anticipo sul funerale. E per una volta non tardi all'impegno col punto di svolta stavolta non fai aspettare nessuno ammesso che.

01/05/12

Requiem disoccupata

01/05/12
Se in piazza continui a cantare
speranza e riforme
conforme ad un ruolo spiegatoti qualche anno fa.
Se intorno ti metti a guardare
acciaio e cartone
dal marchio orientale che ha licenziato papà.
Non puoi farci niente.
Canzoni che hanno successo
raccontano amori
od orrori
non storie banali che restano storie a metà.
Dov'è la disfatta?
Sepolta da troppi fotogrammi colorati.
E dov'è la vittoria?
Distratta da miss in canotta.
Dov'è l'avanguardia operaia se non nello scherno
di lotte fratricide
tra poveri e lanzichenecchi,
tra figli precari e padri ingessati.
Poveri noi.
Non possiamo nemmeno cantare
quel che non c'è.
Dobbiamo far finta di niente
oppure emigrare
o fingerci persone serie
e imparare a galleggiare
tappandoci il naso
su un mare di merda.
"è inutile non c'è più lavoro
non c'è più decoro
dio o chi per lui
sta cercando di dividerci
di farci del male
di farci annegare" e che altro vuoi dire?
Dopo tutti questi anni.
Vaghiamo svagati annoiati arrabbiati
diamo la caccia alle mosche
inseguiamo cerbiatti
rovesciamo sul guscio le tartarughe
e stiamo a guardarle seccare nel sole
e poi ci pentiamo come in un film
di seconda o di terza visione.
Ed anch'io non saprei che altro scrivere, ma.
Scarabocchiamo un lamento una vendetta
un sogno.
E ancora non siamo perduti.

L'amore

L'amore forse
davvero è la cosa più importante
aldilà
dell'aldilà
del soggetto del complemento
oggetto del complimento.
Ed io come posso
sfuggire a mia volta a questa infinita
e geniale banalità? D'altra parte
continuo a vibrare
ogni volta che la penso
ogni volta che la incrocio
quella musica che passa di qua
non so se avete presente
lo sfregare del plettro sulla corda metallica
di chitarra come graffio sul cuore
che forse è banale
detto così
ma non posso mica parlarvi di ventricoli
da postmoderno del sentimento
sono un romantico che finge modernità e poi
come nei live di quelle band un po' a metà
che suonano sempre un più lente e patinate
che nel disco.
E l'amore, l'amore,
che ci volete fare?
Potremmo restare un'estate a guardare le palme arricciarsi
le pelli abbronzarsi
le onde disciogliersi
e i tempi accorciarsi
e poi ritrovarcelo uguale
come sporco sotto alle unghie
come crosta sul bordo della palpebra al risveglio
che è solo un grano di caramello
zucchero bruciato dai sogni infuocati.
Ti svegli ti lavi la faccia
ti dedichi a quel che ti piace
pensare che possa piacerti o forse nemmeno
ti tieni occupato
e soltanto a fine giornata
che stanco l'occhio s'arrende al palpito tenue
di un accordo sentito di sbieco
alla televisione e ti sale un po' di preoccupazione
che il grano d'amore
ancora domani ti ristagnerà sulla palpebra e sfregandolo
lo scaccerai come un graffio sul cuore.
E l'amore, l'amore,
che ci vuoi fare?
Per chi per che cosa per quanto
può sempre mutare ma lega la sorte di ognuno
alla legge di eterno ritorno d'amore.

09/04/12

Figli della polvere

09/04/12
C'è una corrente d'aria sopra la stufa
l'aria calda leggera che s'alza
il freddo s'abbassa e m'abbassa
il gelo che brucia sul fondo delle tazzine abbandonate
grafitti dolciastri che isotriano sogni sfuggiti nella caffeina.
Siamo qui, una generazione di studenti caffeinomani, anomali,
sacrificati su altari di dei che non ci appartengono,
librati come grani di polvere sul volo di una stufa
controluce a volute, volate, traiettorie volute e casuali
di incroci incredibili.
Ci pensi? Chi prima di noi si incontrò cavalcando nuvole sui mappamondi?
Chi si amò da lontano abbracciando parole ogni istante?
E voliamo
voliamo arruffati e incuranti
finchè durerà l'aria calda.

17/01/12

Sulla coffa

17/01/12
Arrampicati lassù in cima
ci basta la fiamma di una candela
per scaldarci e guardarci negli occhi
i tuoi occhi scuri
i miei occhi chiari.
Che non ci interessa più il comando della nave,
e dove vuoi che vada? mi hai detto
stringendomi forte in riva al mare.
Tu sei il capitano
Io sono il capitano
mi hai detto
le cose che ci capitano
non sono altro che quelle che ci andiamo a cercare
come i venti quassù che spirano dai quattro angoli del mondo
io ti guardo
tu mi guardi
senza bussola
dove vogliamo andare?
Ma da quassù il cielo è nero ed infinito
ammutinati dalle ansie commerciali
ci siamo sciolti l'un l'altro i nodi dei capelli
facendo uscire i respiri delle teste ingarbugliate.
Se il marinaio che sono stato quando mi sono imbarcato
fosse ancora qui adesso dentro me
probabilmente traccerei una rotta definita
ma la bussola l'ho rotta e le stelle
mi piacciono purtroppo un po' troppo da guardare per potermici orientare
nel riflesso dei tuoi occhi.
L'astrolabio regalatomi da bimbo
non so più dove l'ho messo
perduto caduto o annegato nella nebbia.
Ma io sono il capitano
sono solo un po' lontano da ogni porto
e non mi importa di arrivare non ho carico da portare
il mio bagaglio resta dentro le mie tasche
è solo fili di tabacco e ritaglio di un mandala scritto a mano.
La tua mano che mi passa sopra il volto un po' sconvolto
che ho incontrato nello specchio quando in mare ho osservato
tutto il tempo che ho passato nelle rughe intorno agli occhi
ma il tuo palmo che è leggero
è la fiamma di candela che mi sfiora
che mi scalda che mi brucia che mi cura le ferite.
Perchè sono il capitano
perchè tu sei capitano
di una nave abbandonata
ammutinata
non abbiamo più una rotta e non importa
l'importante è navigare
io ti guardo
tu mi guardi
e non voglio più sbarcare.