28/03/11

Precari ricordi

28/03/11
I biglietti che nascondevo nei cassetti del comodino
ti spuntavano stupiti come il sole del mattino.
La mattina in riva al lago che respiravamo nebbia
l'aria fradicia lavava i segni della notte
e ti lasciavo solamente per appendere arcobaleni
a inferriate di balconi
con amici un po' ubriachi.
Le coperte aggrovigliate raccoglievano la neve dei parchi addormentati
dei sogni in cantiere
lo stupore dei passanti alla stazione del metro, fanno jogging
la mattina trascinando valigette
esaurite le pastiglie per dormire
ogni sera puntualmente a partire dalle sette.
Se gli amori clandestini non ci basteranno più
se gli aerei che bombardano non ci fregano più
le scatole dei trucchi come per magia ringiovaniscono la pelle
sei più bella e così sia

Era gitano il violino che suonava in galleria sotto il viso di un bambino
quando sei andata via
lungo la strada maestra che ci ha insegnato che i chilometri varranno
sempre molto più dei giorni.
Resteremo precariato che fa la fila in posta
mi addormenterò ogni notte stringendo le bollette
e la mattina
caffelatte e dopamina.
E non servirà la pulizia
non servirà la polizia.

I bigliettini, dentro ai vasetti dello zucchero.
E guarderemo le bombe che esplodono nel mare e i missili che illuminano stanze in controluce
non perdoneremo
tutto il tempo sprecato
ci rifugeremo nel bunker del nostro precariato
e nella lavatrice i ricordi macchiati
sbiadiranno nel cestello a forza di lavarli
come quando adolescente dimentichi nei jeans
il foglietto col rossetto
che t'ha regalato ieri.
E non li laverò mai più
e non li scriverò mai più
nel precario equlibrio di un filosofo in tivù.

01/03/11

Non noi

01/03/11
E ci raccontiamo
quello che non è mai successo.
Ci distraiamo pensando alle notti pulite
che scacciano i guai.
Ma noi quella storia
non l'abbiamo vissuta
parole che non ci siamo detti mai,
s'increspa nel sole l'accento di un nome
di una filastrocca che non canterai.

Perchè quel che ci hanno lasciato
è il grigiofumo di fabbriche spente
talenti incolori innalzati a bandiere
quintali di nuvole sulle candele.
Ci restano i sogni nascosti negli occhi
sprofondano gli echi in cuscini lontani
appesi a ringhiere siam come due stracci
cadremo per sempre e senza svolazzi.
Che il tempo ci resta per stare a guardare
geranei appassiti scacciare zanzare
in notti affollate di sangue scambiato
nelle trasfusioni di cuori ammaccati.

Raccontami ancora una volta
ragazza, l'amore che hai sempre sognato
finchè ti han mostrato la tessera punti
con cui puoi comprartelo al supermercato.
Le aziende che chiudono e che ci licenziano
andremo anche noi a scavare le fosse
faremo mandala di tutti gli assegni scoperti
o andremo a giocare alle Brigate Rosse?

Se i deserti che avanzano
ci chiudono in casa
faremo due passi al sole in veranda
coi poster degli alberi a farci un po' d'ombra
ascoltando le nostre aritmie e
uscendo soltanto se esplode una bomba.
Le bombe sui treni non vendono più
copertine di lusso e le morti bianche
non urlano più sui campi della serie A.

Nuotiamo nel nero petrolio di una Riviera
che inaspettata ci viene in soccorso con gli echi del fumo delle sigarette
che non fumeremo mai perchè fanno tossire
e per favorire i trapianti
vogliamo morire sani.