15/04/10

Le cose che contano

15/04/10
Sono quelle che non sai
sono quelle che troverai
dietro di te.
Il caffelatte
le malefatte da bambini
le tue soffitte impolverate di ricordi dolorosi
le lische di pesce sulla spiaggia deserta
le lenzuola stropicciate
le polaroid dei tuoi passi
la coperta rossa
la focaccia a colazione
il rosmarino in giardino
un giradischi che funziona
un berretto quando hai freddo
una nuotata quando hai caldo
una strada per andare
le lampadine
le patatine fritte e il gelato sul divano
le canzoni che non ricordi eppure sai
il buio
le scarpe comode
una vetrina illuminata
una moneta lanciata nella fontana
il tuo sguardo oltre il bicchiere
il silenzio
i sogni in cantiere.

Materasso sul pavimento

Ho mangiato troppo tonno andato a male
non ho mai assagiato caviale
ricordo quando distribuivamo disagi esistenziali
gratis, ai caselli autostradali quando c'erano gli eserciti dei casellanti prepensionati.
Ora metteri il materasso sul pavimento (impolverato)
la stanza vuota ti sembra fredda
ma non ti accorgi semplicemente che non si scalda.
C'è un momento interessante che non capisco quando arriva, mai.
E non so non saprò mai quando arrivi e quanto stai.
Vieni con me a bere uno spritz in riva al mare
faccio finta di essere vip non lo so fare
naturalmente voglio invecchiare o morir giovane
e contare i giorni coi regoli colorati giocare a fare sproporzionati
incidenti stradali al tempo in cui non c'erano gli airbag
vieni a vivere con me?
In quel tempo lì, posso aspettare una risposta fino a lunedì
che dai weekend son disgustato
nella mia camera lobotomizzato
c'è un materasso sul pavimento (impolverato) c'è un accendino
solo un momento di buonumore c'è un bel tepore sotto al piumone
non voglio uscire.
E le piastrelle gelate sotto ai piedi nudi è un attimo svegliarsi come morire
non puoi pensare non puoi reagire.
Le voci di altre stanze i disavanzi esistenziali dentro alle calze e lungo i fari delle tangenziali
sono escrescenze putrescenti sono cadaveri stupefacenti
per non rischiare di calpestarle
galleggio piano ti do la mano.
e se là fuori hanno perso il piacere della semplicità
lo ritroviamo fischiettandoci un abbraccio
e finalmente tacerò le mie complessità
i tuoi complessi voleranno via da qua.
Vieni a vivere con me non sono un vip
ma già da tempo ho un materasso sul pavimento (impolverato).

06/04/10

Ieri nevicava

06/04/10
Cadono fiocchi di neve ingiallita su case scrostate di fango e virtù
la vedi anche tu che si attacca ai bottoni dei miei vestiti investiti dal gelo improvviso del vento
c'è un canto
non sento e mi pento di essere sordo ad ogni avvertimento del tempo passato.
Ci fu
un giorno fa nel disciolersi uggioso del primo mattino
un velo di polvere e so
che non riesco a svelarlo.

Di case mattoni di fango ce n'è in quantità
industriale mondiale globale
nel globalizzato domani che cade quaggiù
inesorabile come le pubblicità alla tv
condominiale.
Di case abitate da me
inventate di carta castelli volanti ce n'è così tanti che il cielo dei sogni è intasato
strato su strato di smog
onirico smog dei sogni buttati
lassù a ingiallire persino le nubi e la neve che cade e si scioglie.

Perchè non mi dai più del tu?
Un tempo andavamo lontano scalciando i pedali
e arrampicavamo i cavalcavia autostradali nei giorni di festa parastatali
le motociclette sudate magliette strappate
mattine d'inverno imbiancate ed ora ingiallite
le foto sgualcite sfinite.

Se ti fai causa da solo e poi piangi te stesso lo stesso sei causa di tutti i tuoi mali sociali
quintali di cose che ingombrano case e le chiese di legno non si aprono più solamente per te che dai fuoco su altari a lattine di birra pisciate sul fondo di auto modello moderno dell'autodafè.

I treni riposano i cani si sposano le macchine stanno a guardarsi le ruote bucate.
E noi che una volta soltanto ci siamo sposati
scambiandoci l'anello bianco della sprite
consumiamo il viaggio di nozze ingiallendo le nostre settimane bianche.