19/12/09

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19/12/09
...e dopo l'orizzonte un altro orizzonte un'altra strada su cui camminare fino a bruciarsi le scarpe
al calar del sole un'altra storia bucata
un cane che abbaia al tuo odore interiore ulteriore
la morte di Ettore eroe inferiore
i jeans da buttare
una vecchia canzone
miraggio per un senza viaggio laggiù
all'orizzonte.

Senilità fredda

Nero dell'orlo dei pantaloni bagnato di pioggia
sgualcito strappato stupito
frastuono del suono di un tuono del treno che va e lo schiocco d'inverno
acciottolato sui binari ghiacciati sui baveri rialzati sulle donne abbottonate nella neve.
Il grigio della neve nel grigio dei capelli spettinati. Calpestati.

Catturavamo le ombre da cui provavamo a scappare nell'elettrostatico succedersi dei giorni
pomeriggi come forni crematori nel giardino del nostro morir giovani nascosti
nell'attesa d'un "liberi tutti" dalle galere quotidiane dai secondini dalle sottane
dalle camere di plexiglass rigato con le unghie dalle prigioni di lattice dalle stanze nude
dalle vetrine in cui dormiamo come manichini
induriti nelle pose d'istanze gravose
di gravidanze nervose
di albe odorose
e di shampoo alle erbe bruciate d'un grigio prato innevato
chioma d'un mondo invecchiato.